mercoledì 30 maggio 2007

A mani vuote

Ho visto manager aziendali arrivare dalla sede di Milano, invitarmi a svuotare il sacco, fare i confidenti e poi utilizzare quello che gli avevo detto contro di me. Li ho rivisti dopo sei mesi relegati nell'angolo più remoto dell'organigramma societario.

Sono stata accusata di essere poco professionale e immatura, perchè mi metto sempre di traverso e sono antiaziendalista. Ad un mese di distanza il mio accusatore era stato trasferito e declassato.

Sono stata tuttavia anche tacciata di essere una manovratrice, una polemica, una stronza ed una "capetta". Le persone che me lo hanno detto, in faccia e alle spalle, sono adesso tra quelle più care che ho.

Ho sentito con le mie orecchie milanesi chiedermi se lo sloveno è un dialetto triestino.
Ho sentito chiedere se dalla loro città si passa per caso per la mia per raggiungere le coste Croate. Ho sentito sostenere che Torino è a un tiro di schioppo da Bologna, mentre Trieste è troppo lontana. E ho dovuto mordermi la lingua.

Ho letto lamentele sulle nostre vendite troppo scarse, perchè i triestini sono troppo precisi e lavorano bene su altro genere di attività. Dopo i venditori d'assalto milanesi avevano le nostre stesse rese (perchè erano calate).

Ed ho visto questo call center traboccare di persone.
Dopo un mese abbiamo perso la commessa e la sala era deserta.

Ho assistito alle operatrici di outbound che raschiavano i nominativi, richiamando e richiamando ancora numeri telefonici inesistenti per poter prolungare le loro ore di lavoro. Ho sentito clienti chiedere meno turn over e più stabilità per i lavoratori. Nel frattempo reclamavano ancora sconti.

Ho assistito a riunioni in cui i collaboratori domandavano perchè dovevano essere costretti all'assunzione. Sono rimasta allibita mentre chiedevano se così sarebbero stati costretti a rispettare degli orari e a lavorare ogni giorno. Ed ho ascoltato le loro lamentele sulla mancata esposizione dei contenuti della finanziaria 2007 da parte dell'azienda. Entro sei mesi queste persone saranno assunte ed entreranno a pieni diritti nel mondo del lavoro.

Ho visto una sindacalista lavorare con noi, e proporre meno di due anni fa in un incontro con l'amministratore delegato solo una garanzia sul monte ore e la sottoscrizione da parte dei collaboratori di una polizza su infortuni e malattia. Dopo due mesi non si è più vista, sparita. Oggi si appella al suo diritto di primogenitura e pretende gli allori per una lotta che non ha portato avanti lei.

Ho visto facce allibite quando è stata proposta la prima assemblea sindacale nel nostro call center. Ho sentito parlare di macchinazioni, solo perchè il contatto proveniva da un responsabile. Ho sentito addirittura dire che si voleva direzionare gli operatori verso un'unica sigla sindacale, e che la manovra veniva dalle alte sfere manageriali. Li ho sentiti persino ammettere che se non si fosse presentato alcun sindacato, avrebbero firmato tutto quello che l'azienda gli avrebbe propinato.
Poi i diffidenti si sono recati presso un'altra associazione, e con l'illusione che fosse come al mercato (alla ricerca del miglior offerente), ho assistito a spaccature e rotture interne, al caos ideologico, alla confusione istituzionale. All'ignoranza e alla stupidità.
E' passato un mese da allora: nulla si è mosso, tutto e rimasto come prima e ancora una volta, perchè tutti devono badare solo al loro orticello, perchè tutti devono essere diffidenti verso l'altro, resteremo ultimi.
A mani vuote, sempre in coda, sempre dislocati, sempre troppo lontani.
E intanto Bologna si ingozza.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ok, ma perché a me il sindacato non dice nulla? non ho nemmeno la mail per contattarlo... e lavorando tutto il giorno, non amo stare al telefono la sera... ;-P
perché quell'altro sindacato sa più cose del primo sindacato coinvolto?
così sembra o è?