venerdì 5 ottobre 2007

La maternità in un call center

Ebbene sì, strano ma vero, anche Dory, precaria con contratto a tempo indeterminato, va in maternità.
"Strano" perché in un’azienda come la nostra sembra un lusso, anche se a onor del vero il congedo per maternità sarebbe previsto anche per i co.pro. Dico "sarebbe" perché si può aggirare la cosa. In altre aziende lo fanno, ma forse non sono quei call center con gli ispettori fuori dalla porta pronti a prenderti in castagna, o spesso non sono nemmeno call center.
Comunque io qui ho sempre visto rientrare dalla maternità qualunque collaboratrice l’avesse voluto.
"Strano" anche perché vado, ma non so davvero cosa troverò al mio rientro.
Questo a fronte del gratuito e inopportuno accanimento istituzionale nei confronti dei call center. Che ci sta sempre su, come una spada di Damocle.
"Vero" perché è vero, finalmente. Ma questa è una cosa tutta mia.
"Vero" anche perché ci vuole effettivamente del gran coraggio: ma ad un certo punto le scelte si devono fare e basta, poco importa aspettare che passi l’ennesima crisi e perdere anni correndo dietro ad una sicurezza che in posti di lavoro come questo non c’è, e mai ci sarà. Qualunque sia il trattamento contrattuale. E ancor più sapendo che si fa parte di quel 30% delle coppie che si sono formate sul luogo del lavoro.
E poi il gioco vale benissimo la candela!
Venendo a me (mi permetto in questi mesi di concedermi un po’ di egocentrismo) vorrei che qualcuno mi desse conferma. Dato che non ho trovato risposte a riguardo, nemmeno sul sito dell’INPS: sembra infatti che in questo Paese un bambino debba essere lasciato a casa dalla mamma a soli 3 mesi d’età, questo perché lei rientri a lavoro per evitare di dover continuare a campare con il solo 30% del proprio stipendio.
Bene, spero che non sia così. Perché allora è vero che viviamo in un Paese di maschilisti (cosa di cui sono già convinta di mio), un mondo del lavoro sciovinista (e come negarlo!) e un’Italia che ancora continua a pensare alle cazzate, invece di concentrarsi su quanto c’è di più importante al mondo: la crescita di una nuova vita. Indipendentemente da che sia figlio di matrimonio o dico o single o altro.
Il tutto per disincentivare la crescita professionale di una donna! Per aiutare quegli uomini che non vogliono che le loro mogli lavorino!
Certo è più importante parlare delle solite, stancanti, incomprensibili e noiose pensioni. Allora dov’è la previdenza sociale? Si riduce solo a queste ultime? Cioè a quella parte di persone che, giustamente o no, è stufa di lavorare, anche se potrebbe continuare a farlo benissimo e che non si sente sminuita a farsi mantenere da noi che alla sua età subiremo sicuramente un trattamento peggiore. E poi si sta solo a parlare di quello. Ma quante riforme saranno state fatte negli ultimi tempi sulle pensioni? Quante invece sulle maternità? Hanno solo avuto il coraggio di inserire una cosa inutile come la paternità (ma che uomo con una famiglia normale di padre e madre assieme ne usufruisce?).
Insomma quante riforme sulla previdenza sociale sono state fatte in questi anni che non riguardassero le pensioni?
Mio padre giustamente mi dice: "Preferirei andarmene in pensione con qualche euro in meno, sapendo però che quei soldi vanno per mantenere ancora a casa per qualche mese in più una neo-mamma." Aggiunge però: "anche perchè poi i soldi comunque te li dovrò sborsare io, per aiutarti!"
Papà, ti voglio bene, meno male che ho te e soprattutto guai a chi non ti ha!