In particolare leggiamo che nel nostro settore saranno (anche se in realtà leggiamo "sono stati") stabilizzati circa 20.000 lavoratori di cui il 90% con contratto a tempo indeterminato.
Di questi
- circa 18.000 saranno assunti con contratto telecomunicazioni - il più vantaggioso per il datore di lavoro, quanto a costi -, attraverso 50 accordi sindacali
- circa 1000 con contratto metalmeccanici con altri 20 accordi
- circa 1000 con contratto terziario con 40 accordi.
CGIL, CISL e UIL sono contenti, perchè per la maggior parte si tratta di giovani e di donne e si propongono di affrontare il problema della committenza per contrastare il ricorso ad offerte al massimo ribasso.
I sindacati inoltre si propongono di analizzare le ragioni per cui un tale risultato non è stato ottenuto nei settori al di fuori dei call center.
Anche a me piacerebbe saperlo, perchè tra qualche mese saremo al paradosso: gli operatori saranno dipendenti, mentre i nostri committenti, oltre a chiedere sconti o alla peggio ad abbandonarci, dopo averci sfruttato per anni, continueranno a tenere personale precario.
Pur facendo soldi a palate, per i settori in cui operano, non solo non creano call center in casa loro (e quindi posti di lavoro PIU' stabili), ma addirittura tengono i loro impiegati a progetto, mascherando con tale forma contrattuale un vero e proprio lavoro subordinato.
Eppure in un mese il nostro call center, come altri in tutta Italia, ha subito ispezioni e sanzioni a tappeto, mentre dubito fortemente che le stesse ci siano state in assicurazioni, banche, fabbriche, cantieri e quante altre società di capitale che facciano fatturati da sballo e forse anche tremare le gambe a qualcuno che manca del coraggio di affrontarli.
10 commenti:
Xè cussì che se crea 20.000 posti de lavor?
mi digo sempre che el miglior tavolo de tratativa xe quel dell'osmiza!
un baseto del tuo Lele frasca
A tutti gli effetti i posti di lavoro non si creeranno, ma si trasformeranno da precario a stabile.
Con buona pace dei call centers che chiuderanno per non essere riusciti a far fronte alle spese.
Chi rimarrà in piedi dirigerà il mercato e otterrà il monopolio sulle commesse (vedrete si accorderanno anche su come dividere la torta).
Un affare ed una mossa economico-finanziaria da non sottovalutare.
I sindacati sono stati solo il mezzo con cui le grandi società di settore sono arrivate a questo, c'è poco da vantarsi.
Veramente speravo che me rispondessi la mia Dory.
Son dacordo con ti, 'nonimo, se te poso ciamar cusì.
Volessi solo pntualizarve a tuti voi dei telefoni che forsi ste esagerando a lamentarve.
Le guere se vinzi a picie bataglie. Deso ne gavè vinta una, qualchidun se gavera fato mal, qualchidun ga dovù molar el campo, ma gavè vinto.
Deso gavè de far un'altra bataglia: dovè salvar el vostro posto de lavor.
I sindacati, cossa volè, i se barcamena, ma i fa el loro lavor: i fa casin, scioperi, vertenze, pupoli. Lori ghe piassi cussì. Dopo alla fine i fa meter do righe sul picolo e i xe contenti.
Comunque mi digo sempre: soldi sarà co noi no saremo.
Ve spiegherò mejo in osmiza domenica.
Lele
UILCOM-UIL
UNIONE ITALIANA LAVORATORI DELLA COMUNICAZIONE
SEGRETERIA NAZIONALE
Via di Tor Fiorenza, 35 00199 Roma
06.8622421 Fax 06.86326875 Email: uilcom@uilcom.it
COMUNICATO STAMPA
Per la UILCOM, solo una parte dei lavoratori dei Call Center è stata stabilizzata con
contratti di lavoro subordinati, secondo le indicazioni della Circolare del Ministro del
Lavoro e l’avviso comune tra CGIL – CILS - UIL e Confindustria.
Il 30 Aprile è l’ultimo giorno per sottoscrivere accordi sindacali in materia di
stabilizzazione.
Ad oggi, per la UILCOM, troppi Call Center non hanno legalizzato la propria
posizione secondo la legge e gli indirizzi ministeriali. Questa condizione, se non corretta
nelle prossime ore, porterà ad una distorsione del mercato con gravi conseguenze per i
lavoratori e le Aziende che si sono regolarizzate.
Per la UILCOM, dopo il 30 Aprile, è necessario da parte del Ministero del Lavoro,
dare seguito a verifiche ed ispezioni sul tutto Territorio Nazionale al fine di garantire i diritti
dei lavoratori e le condizioni di competitività e di mercato tra le imprese che non possono
essere condizionate dal costo del lavoro.
La UILCOM sarà impegnata a sensibilizzare le aziende di telecomunicazioni
affinché assegnino le commesse di outsourcing esclusivamente alle Imprese in regola con
quanto previsto dalla legge in materia di contratti di lavoro.
Roma 28/04/2007 Il Segretario Nazionale UILCOM
Giorgio Serao
Ciao Dory,
prima di tutto , hai un refuso nel titolo del blog...scusa ma è una deformazione professionale! Guarda bene indetermi...anti!
Poi grazie per la testimonianza, ma sarebbe bello se tu raccontassi un po' più di dettagli, perché da quello che dici mi sembra che tu ritenga il call center una specie di tram, da utilizzare per andare un po' avanti, mentre probabilmente cerchi di fare qualche altra cosa. Sbaglio?
Fammi sapere :)
Ciao Angela, mi ero effettivamente resa conto dell'errore nel blog, presto infatti farò delle modifiche.
Per quanto riguarda la mia esperienza nel call center, posso dire che per me, come per tanti di noi che lavorano qui, è diventata una professione. E tutto sommato un lavoro che mi piace.
C'è una testimonianza, più in basso, nella quale credo possano riconoscersi diversi di noi che hanno cominciato a lavorare in questo settore quando era ancora una novità. All'inizio nessuno sapeva come funzionava, personalmente ero appena uscita dall'università e il mondo del lavoro era abbastanza sconosciuto. Il sogno era sviluppare ed applicare le conoscenze derivanti dagli studi. Ma qualunque attività legata a queste aspirazioni non aveva alcun rientro. Poi è questione di scelte: fare il precario in un qualche laboratorio di ricerca (col rischio che ti passi avanti da un momento all'altro qualche raccomandato...), o farlo in un call center? all'inizio ho cercato di fare entrambe le cose: alle 8 del mattino mi presentavo in un posto e finivo alle 22.00 nell'altro... poi mi son chiesta che razza di vita era. Ammetto che se fossi rimasta a fare l'operatrice e non mi si fosse proposto nulla di più probabilmente le cose sarebbero andate diversamente (forse ora non sarei qui a difendere a spada tratta i call center!), ma se non mi fossi applicata come ho fatto anche nel "secondo" lavoro probabilmente non sarebbe andata così.
Non so se mi spiego, ma io qui vedo ogni giorno ragazzi che studiano, o che si sono appena laureati, che prendono questo lavoro sotto gamba. magari le potenzialità per andare avanti ce le hanno, ma sottovalutano le opportunità che può offrire un call center. Io invece sono dell'idea che non ci si debba mai chiudere le porte. Ho iniziato a lavorare come operatrice, con lo scopo di non restare a rispondere ai telefoni per sempre. Di ottenere tutto quello che potevo. E ci sono riuscita. Se fosse così per tutti quelli che passano per i call center, aziende come questa non resterebbero nella mediocrità, ma potrebbero avvalersi di forze e idee giovani, frizzanti e soprattutto competitive.
L'errore sta nel credere che tutti i call center siano aziende da serie B, mentre si tratta di vere e proprie palestre, che prese sul serio possono insegnare tanto.
Comunque se vuoi saperne di più di testimonianze dettagliate te ne possiamo portare tante...
cara dory, la tua lettera è estremamente interessante, se ci riuscissi (sono in fase di correzione di bozze) mi piacerebbe inserirla nel mio libro (c'è un capitolo sul call center Atesia di Roma)...non so se ci riuscirò. Mi piacerebbe comunque pubblicarla sul mio blog, magari con qualche dettaglio in più su quello che hai studiato, che volevi fare , e quello che effettivamente fai ora. In più, potremmo fare uno scambio di link, che aiuta sempre la visibilità...
complimenti e grazie
angela
leggere l'intero blog, pretty good
good start
imparato molto
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