C'era una volta un castello.
In questo castello, del regno di Iwik, viveva un re con i suoi sudditi.
Questo re era molto scontento: non era riuscito ad accumulare abbastanza oro dal lavoro dei suoi sudditi.
In più i debiti gravavano su di lui, infatti non pagava le bollette del castello.
In questo castello, del regno di Iwik, viveva un re con i suoi sudditi.
Questo re era molto scontento: non era riuscito ad accumulare abbastanza oro dal lavoro dei suoi sudditi.
In più i debiti gravavano su di lui, infatti non pagava le bollette del castello.
Allora decise di convocare la tavola rotonda con tutti i suoi giullari di corte per decidere il da farsi. Ben presto, dopo un'estenuante consiglio, giunsero alla conclusione che la miglior soluzione era buttare tutto in pasto ai coccodrilli del fossato, in quanto i contadini-vassalli non riuscivano a produrre abbastanza raccolto per soddisfare le loro esigenze.
Al culmine della disperazione, cominciarono ad invocare un prodigio o una magia e, come per incanto, comparve loro la bellissima Fata Turchese.
Il Re fu contento, perchè nel frattempo aveva già adocchiato un altro regno in cui portare il suo oro, e pertanto abdicò.
Così a governare il castello fu la Fata Turchese.
Fata Turchese cominciò subito col suo piano d'azione: tanto che alcuni sudditi furono contenti, altri no. Infatti tentò subito di dare un taglio alle spese.
Nel frattempo, i sudditi di un piccolo feudo lì vicino, che sempre erano stati sotto il regno di Iwik, fiduciosi della nuova gestione di Fata Turchese, inviarono il loro messo, Mago Carlino a portare doni ed offerte alla bella fatina. Ma Mago Carlino non trovò l'accoglienza prevista e dopo un lungo scambio di magie e sortilegi, dovette decretare la sua sconfitta.
Così anche il feudo rimase sotto la guida della simpatica Fata Turchese.
La situazione, però, nonostante la gestione dai costi ristretti non migliorava, e né la mancanza di carta per la fotocopiatrice, nè la privazione del rancio gratuito per i sudditi, portarono grande giovamento al regno.
In più nel piccolo Feudo tutti i baronetti, privati del loro potere, cominciarono a scappare in questo o quell'altro regno. Qualcuno di loro partì per campagne lontane alla ricerca di un esercito mercenario. I feudatari rimasero così privi di riferimenti, brancolando nell'oscurità più assoluta.
C'era poi tra di loro una grossa parte di contadini a cui erano state promesse, tramite accordi sindacali, delle terre, in modo da poter stabilizzare la loro situazione.
Questi contadini, ubriachi da mattina a sera, nel pieno dei festeggiamenti, non avevano pensato di mettere il fieno in cascina per i momenti duri, "tanto ormai la terra ci spetta di diritto!", dicevano "chi può toglierci quello che abbiamo ottenuto?".
Ed invece un dì finesto e trste, arrivò l'Orco Cattivo.
L'Orco Cattivo vantava diritti sul regno di Iwik, ancor prima che la sprovveduta Fata Turchese ne prendesse il comando. Il precedente re, infatti aveva chiesto innumerevoli prestiti all'Orco.
Questi, vedendo che il debito non veniva saldato, iniziò a vendicarsi piano piano, dapprima spegnendo tutte le candele del castello. Poi mandò i suoi sicari a bruciare tutti i raccolti che erano stati ormai anche venduti. Per cui ci furono anche famiglie che non c'entravano niente col castello, col feudo e col regno e i suoi debiti che rimasero epr giorni e giorni senza cibo!
Ma all'Orco importava poco di questo, infatti ben presto organizzò una campagna di teleselling per potersi accaparrare tutti i clienti che fino ad allora avevano acquistato i raccolti del regno di Iwik.
Allora i sudditi iniziarono a farsi delle domande: "Ma è possibile che Fata Turchese non avesse parlato prima anche con Orco Cattivo?"
"Possibile che non sapesse dei debiti, prima di prendere nelle sue mani il regno?"
Peccato che nessuno diede loro risposte. Peccato che ogni tentativo di creare clamore fosse finito nel vuoto.
Peccato che non ci fossero a quei tempi, nel Medio Evo, giornali, televisioni o radio che potessero diffondere la notizia.
Se una cosa simile capitasse adesso, invece, lo saprebbero tutti.
E i 2000 contadini potrebbero almeno contare sull'appoggio (morale e politico) dei media.
4 commenti:
Cara Dory,
abbiamo capito che vuoi dirci qualcosa. Se è vero che ci sono in rischio 2000 posti di lavoro è grave che non se ne parli da nessuna parte. Ma sei sicura che le cose stiano davvero così?
Dory,
zercheve un altro lavor...
un baseto
Lele(frasca)
molto intiresno, grazie
Perche non:)
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