giovedì 13 settembre 2007

La favola di Barbie Prezzemolina

Prologo: E’ passato un anno da quando mi hai detto "quest’azienda non sa che farsene di gente come te", ed ho pensato di fare cosa carina dedicandoti una bellissima favola.
In cui tu sei, come vuoi sempre, l’indiscussa protagonista.

C’era una volta Barbie Prezzemolina,
questa bella bambolina era in realtà un po’ irrequieta, perché ancora non aveva capito cosa fare da grande. Ma una cosa era certa, a lei piaceva tanto mettersi in mostra e fare tutto da sola, in modo che tutti potessero sempre dirle che brava che era.
Per questo Prezzemolina era una Barbie malfidente, diffidente, accentratrice, e poco incline alla condivisione.
Un giorno Barbie Prezzemolina viene incoronata a Principessa di uno dei principati dell’ormai famoso regno di Iwik.
In realtà si trattava solo di un ritorno, perché Prezzemolina era già stata a Trieste, responsabile dei sudditi che rispondono ai numeri verdi, poi si era licenziata per andare altrove, poi era tornata nel regno, ma in un altro principato e poi ancora non contenta era andata di nuovo via. Quindi i sudditi, che la conoscevano bene per frasi del tipo "tu un contratto qui dentro non lo avrai mai!", appena seppero della salita al trono di Prezzemolina si ribellarono e alcuni piansero. Inutilmente perché i messaggeri del regno non li ascoltarono.
Prezzemolina quindi prese ben presto le redini del castello, tra tante la sua priorità fu abbellirlo, subito infatti agghindò il suo ufficio con quadri, candele e stronzate acquistate all’Ikea. Dopo pochi mesi elargì aumenti per comprarsi la simpatia dei suoi sudditi i quali però ben presto capirono che in realtà questa Barbie non era altro che un contenitore, incapace di avere una propria opinione, proprie idee e soprattutto di umanità.
Infatti Barbie Prezzemolina non si arrabbia mai e anche se accade il suo volto ha sempre la stessa espressione, poi anche i suoi movimenti sono molto legati, come anche le sue abitudini. Fa la salutista andando a fare footing e mangiando pochissimo, in compenso fuma 2 pacchetti di sigarette al giorno. Tra l’altro Barbie Prezzemolina è una diffidente incapace di condividere il lavoro con gli altri, incapace di lavorare in gruppo e gli obbiettivi da perseguire sono sempre e solo i suoi. In compenso le piace essere sempre in mezzo ad ogni occasione e non si perde occasione per ficcare il naso negli affari lavorativi altrui.
Questa Barbie è stata confezionata con un piccolo errore di fabbrica, nelle orecchie probabilmente ci hanno messo troppa plastica, dato che non è assolutamente capace di ascoltare.
A causa di ciò col tempo sul regno si sparse l’apatia, lo scoraggiamento, la sfiducia e l’umiliazione tra i suoi sudditi che tanto avevano alacremente lavorato per molti più anni di lei, accumulando capacità ed esperienze che lei stessa denigrava e sminuiva ogni giorno davanti a loro, con umiliazioni, litigi e discussioni. Era anche molto brava a far litigare le persone tra loro, spargendo la zizzania e facendo sì che non ci fossero mai riunioni di corte nelle quali si potesse tenere il confronto. Durante il regno di Prezzemolina, vennero molti messaggeri a controllare la situazione del principato.
Ma questi facevano sentire i sudditi ancora più demotivati, dato che non si sa perché la difendevano sempre. Prezzemolina era anche un po’ stupidamente furba, dato che il giorno prima dell’arrivo dei messi faceva sì di tenere finte chiacchierate di chiarimento con i sudditi allo scopo di ottenere che nessuno parlasse male di lei. Cosa che invece lei puntualmente faceva.
Fu così che il regno non ebbe più uno staff, non ci fu più unione e ben presto si arrivò alla rovina.
Finalmente qualcuno si decise a far fuori Prezzemolina o si fece fuori lei stessa, non si è ancora capito.
Al momento del declino più totale infatti arrivò un bel Principe, Torello Carnico, che prese le redini del principato e ascese al trono.
Ma da qui inizia un’altra favola.
Prezzemolina di sicuro scese dal trono, ma non ha mai rinunciato a farsi cadere la corona.
E’ ancora lì, convinta che i privilegi per lei esistano ancora, certa di essere una grande manager.
Ignara o inconscia del fatto che nei momenti di crisi bisogna mettersi una fune al collo, ingoiare il rospo e imparare a remare con gli altri.
Nella stessa direzione, soprattutto se si è sulla stessa barca.
Purtroppo questo regno è invece fatto di tanti baronetti che non vogliono perdere la loro corona e che si sentono ancora dei privilegiati, anziché semplici lavoratori che devono combattere tutti assieme per tenere stretto il loro posto di lavoro.

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